allora.
ultimamente mi capita di imbattermi in libri strani.
questo forse ne è il principe.
un romanzo incredibile
bello e struggente.
magnetico
un gioco di scatole cinesi o di bambole russe
con storie che si incastrano l'una nell'altra
epoche e personaggi e ruoli che si confondono
destini che si intrecciano e si allontanano mai veramente.
le prime pagine del libro
sembrano appartenere ad un romanzo per fanciulli
uno di quei romanzi che si leggono da giovanissimi
ed in cui la scoperta di un tesoro o di un segreto (in questo caso un libro)
cambia il corso delle cose
e la vita del giovane protagonista.
questi attraverso una recherche testarda ed incredibile abbandonerÃ
l'infanzia e l'innocenza per giungere alle soglie della
vita adulta affrontando dolore e terrore, amore e perdita.
Daniel, il giovane protagonista di queste prime pagine, orfano di madre,
vive con il padre libraio nell'assenza e nel ricordo della mamma
in una Barcellona del 1945 franchista e ferita.
la rivelazione dell'esistenza del Cimitero dei Libri Dimenticati
e la scoperta de "L'ombra del vento" e del suo maledetto autore
aprirà a Daniel il labirinto di nuove strade,
fornità al ragazzino le chiavi di immaginabili porte.
e questo inizio da libro fanciullesco
nasconde l'esca per una
anzi più storie
gotiche e macabre in cui la Vita e la Morte ,
Eros e Thanatos,
il passato ed il presente si contendono la scena.
le chiavi di lettura sono molteplici.
i tesori pure.
le coincidenze a volte irritanti
si risolvono in colpi di scena spesso ingenui ma ben orchestrati.
seguiamo la vita di Daniel per anni
all'ombra del fascino del libro e del suo autore, Julian Carax,
ne guardiamo i passi spiegarsi tra le vie e le ramblas
di una città notturna e spettrale o luminosa e mediterranea.
ne spiamo la trasformazione in giovane uomo e
a volte ci perdiamo dietro a finte piste,
tranelli che l'autore semina per distrarre l'attenzione dalla recherche.
alla fine resta l'inquietudine di una storia di fantasmi,
di odi, di famiglie distrutte, di destini al macero.
il finale che vola leggero
non toglie di dosso la sensazione che l'oblio non è mai a portata di mano,
che il surrealismo dei ricordi torna sempre ad influenzare
il ciclo delle esistenze.
la speranza, la determinazione che
alla fine delle notti insonni
l'alba spazzerà i demoni anima ogni pagina ed ogni carattere.
in un modo o nell'altro emerge sempre un attaccamento alla vita.
donne fatali e bellissime,
giovanotti dal futuro radioso ed illusorio,
storie di amicizia profanata,
epoche contigue ma lontane anni luce nell'era del boom innovativo della tecnologia,
il passaggio per le strade di una barcellona art nouveau e una parigi bohémienne
fanno di questo libro un baule senza fondo o almeno con un doppio fondo.
un baule da illusionista.
rimangono la sensazione che la trama investigativa sia solo una scusa,
il cui meccaniscmo a volte pecca veramente di ingenuità ,
per dipingere quadri di sensazioni,
atmosfere da film anni quaranta..
ah dimenticavo
è un libro che parla di libri, di librerie,
di scrittori ed editori,
di falò e del potere delle parole.
ma soprattutto di lettori.
non ci si può non innamorare di Daniel.
..
o di Julian.
ne consiglio al lettura. vivamente.
ma non cercatevi un giallo o un noir
(anche se potrebbe essere entrambi)
cercate il senso.
uno, se non tanti, ne scoverete sicuramente.
ps: contiene chicche di saggezza incredibile
ed il personaggio assolutamente imperdibile di Fermin ne è un pozzo senza fine.
incipit:
"ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano le prime giornate dell'estate del 1945 e noi passeggiavamo per le strade di una Barcellona prigioniera di un cielo grigiastro e di un sole color rame che innondava di un calore umido la rambla de Santa Monica.
Daniel, quello che vedrai oggi non lo devi raccontare a nessuno disse mio padre. Neppure al tuo amico Tomas. A nessuno.
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