Adesso tocca a noi


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ThrillerMagazine
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MessaggioInviato: Dom 05 Dic, 2004 12:23 pm    Oggetto: Adesso tocca a noi   

Adesso tocca a noi

Leggi l'articolo.
Albys
«Ospite»

MessaggioInviato: Dom 05 Dic, 2004 12:24 pm    Oggetto: :-)   

Come sempre i grandi si vedono dall'inizio.
Lucarelli ha perfettamente identificato il punto focale della situazione. Questo riconoscimento della letteratura gialla come arte letteraria di piena dignità non è un punto di arrivo ma una sorta di trampolino per nuovi orizzonti.
Personalmente credo che soprattutto il noir possa rappresentare nel miglior modo possibile la realtà di una società malata come quella attuale e il divenire dell'animale Uomo.
Ciao!|
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MessaggioInviato: Dom 05 Dic, 2004 5:52 pm    Oggetto:   

Anch'io ho apprezzato l'intervento di Lucarelli e soprattutto la lucidità della sua analisi. Soprattutto con il rischio sempre in agguato della commercializzazione, avere ben chiari degli obiettivi e dei propositi futuri anzicché fondarsi sui successi già conseguiti non può che deporre a favore dell'attività degli scrittori e degli articolisti.

Cordialmente,
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MessaggioInviato: Dom 05 Dic, 2004 8:15 pm    Oggetto:   

hai detto "con il rischio in agguato della commercializzazione..." e onestamente non l'ho capita proprio.
Come voi ho apprezzato anch'io l'intervento di Lucarelli, ma non credo che la chiave sia quella.
Non fermarsi sulle cose fatte significa non serrare le righe. Significa non fossilizzarsi. Significa mutare ed essere sempre più vicini ai gusti dei lettori che sono il pane per uno scrittore, l'unica fonte che gli può consentire di continuare il suo lavoro.
Ecco. Credo che Lucarelli gettasse uno sguardo (ipotetico, virtuale...) a quello che ci sarà, e che oltre a dover essere di qualità, dovrà essere mutante, perchè è solo adattandosi che un genere non muore.
Le tematiche sono quelle, si aggiornano, si reinventano gli stili, le inquietudini cambiano e lo scrittore deve essere un buon "lettore" della società del suo presente.
"L'uomo è certamente pazzo. Non è in grado di realizzare neanche una briciola, anche se ha fatto dei a dozzine."
Iorif
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MessaggioInviato: Lun 06 Dic, 2004 1:05 pm    Oggetto:   

non dobbiamo dimenticarci che il romanzo "giallo" e' una loetteratura di intrattenimento. Non discuto sul livello letterario che certi autori sono in grado di raggiungere, ma per questo genere e' comunque di fondamentale importanza il gradimento del pubblico, primo giudice di ogni storia.
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MessaggioInviato: Mar 07 Dic, 2004 7:47 pm    Oggetto:   

Una cosa è rispettare i gusti del pubblico, un'altra partorire emerite boiate sulla falsariga de Il Codice da Vinci... Non so se ho reso l'idea.

Un grande scrittore non dovrebbe mai scendere a compromessi... ma questo, ovviamente, è solo il mio modesto parere. Sono un idealista.

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PatoGK
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MessaggioInviato: Mar 07 Dic, 2004 8:10 pm    Oggetto:   

X ha scritto:
Una cosa è rispettare i gusti del pubblico, un'altra partorire emerite boiate sulla falsariga de Il Codice da Vinci... Non so se ho reso l'idea.

Un grande scrittore non dovrebbe mai scendere a compromessi... ma questo, ovviamente, è solo il mio modesto parere. Sono un idealista.

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Sai cos'è ... ho la sensazione che ultimamente non sia l'autore a dover rispettare i gusti del pubblico ma i gusti del pubblico a essere costretti a rispettare gli autori da un sistema di distribuzione/pubblicità massiccia. Il caso del Codice da Vinci, da te nominato, o dei libri di Faletti mi pare chiaro. A prescindere dai meriti/demeriti dei due autori ... siamo quasi obbligati a comprarli a causa di un bombardamento mediatico. Ho letto il CdV perchè ... ormai obbligato e, a parte le boiate storiche, non mi è dispiaciuto, si faceva leggere. Però chissa quanti autori più meritevoli non mi è mai capitato di prendere in considerazione solo perchè non vengono pubblicizati a dovere ? Quindi ... è il mio gusto a influenzarli o ciò che scrivono a influenzare il mio gusto? Domandona da un milione di euro.
Pato -GK-
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MessaggioInviato: Mar 07 Dic, 2004 8:17 pm    Oggetto:   

Magari la colpa non è di chi scrive, ma di chi pubblica... Però qui la questione comincia a farsi spinosa...

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PatoGK
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MessaggioInviato: Mar 07 Dic, 2004 8:25 pm    Oggetto:   

X ha scritto:
Magari la colpa non è di chi scrive, ma di chi pubblica... Però qui la questione comincia a farsi spinosa...

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Penso che, a parte rari casi di autori (affermati o meno) decisi a mantenere una loro ideologia, la colpa sia da attribuire a tutte le parti in causa. Crying or Very sad
Pato -GK-
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MessaggioInviato: Mar 07 Dic, 2004 10:02 pm    Oggetto:   

Ritengo che la colpa sia da attribuire alla pubblicità. Decisamente. Perchè trhiller come il codice da vinci, io uccido, niente..., e ancor peggio il circolo dante, senza tema di fare caffè letterario sono scadenti, per stile, per costruzione, a volte per trama.
Tartassati come siamo dalla pubblicità (e questo è estendibile tranquillamente a ogni aspetto della società), noi, la massa (non in termine dispregiativo, ma in termini macroeconomici), siamo portati a comportamenti simili, e nel caso dei libri ci si riconduce alla flagellazione da bestsellers, che si diffondono come virus, perchè trovano terreno fertile.
Poi ci sono gli altri, quelli che scrivono belle cose, e che per un'alchimia che vorrei capire vendono le loro mille copie e se gli va bene vengono tradotti un po' all'estero. Il gioco finisce lì, nessuno ne viene a conoscenza e si parla di crisi di temi e tutta quella robaccia dei giornalacci da quattro soldi.
E poi si continua con l'ultimo bellissimo De Carlo, con l'ultimo fantastico Eco, con l'ultimo entusiasmante Maraini... e invece per trovare un bel libro ti devi inoltrare negli estremi recessi della Rete, cercando la più misconosciuta recensione del mondo che possa illuminare la mia serata.

A tal proposito consiglio a chi già non l'ha fatto di leggere l'articolo "I bestesellers della sottocultura italiana" di Giuseppe Genna, pubblicato ieri su i Miserabili.com

ciao a tutti
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MessaggioInviato: Mer 08 Dic, 2004 6:01 pm    Oggetto:   

Header, sottoscrivo nella sua totalità il tuo intervento. Mi limito solo a farvi notare che persino i bestseller, a volte, si pentono: un esempio è Chricton che, nel suo MONDO PERDUTO guarda caso bocciato dalla critica, si scaglia contro la società dei consumi di massa in un intervento fulminante che basterebbe da solo a risollevare tutto il livello del romanzo. La sua analisi (attraverso le parole del redivivo Ian Malcolm) è spietata, ma già dal libro successivo Chricton è tornato a scrivere per il suo editore più che per la sua gloria...

Gli esempi che tu citi sono illuminanti, anche Genna lo ammiro per la sua lucidità analitica, anche se non leggo i suoi libri. Dopo il MONDO PERDUTO mi rifiuto categoricamente di acquistare (ma anche solo sfogliare) i bestseller stagionali... Magari mi perderò qualcosa, magari non avrò mai argomenti per intavolare una discussione con un adepto (o una adepta, magari) del culto di Stephen King, ma chissenefrega!

Cordialmente,
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MessaggioInviato: Mer 08 Dic, 2004 8:51 pm    Oggetto:   

Su Stephen King non sono d'accordo... scrive bestsellers senza dubbio, ma permettimi di dire che il suo stile, le sue storie, non sono affatto da bestseller. Sono convinto che è un grande narratore e che prenda le persone per l'anima e le porti a passeggio, lo fa bene, e quindi si porta a spasso milioni e milioni di lettori. Ci sono libri riusciti ed altri meno, come accade in tutti gli autori molto prolifici, ma quello stile... se non usassi una frase fatta, direi che è lo stile più imitato del mondo! Cool
"L'uomo è certamente pazzo. Non è in grado di realizzare neanche una briciola, anche se ha fatto dei a dozzine."
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MessaggioInviato: Ven 10 Dic, 2004 8:40 pm    Oggetto:   

Infatti io non penso affatto che il mio metodo sia giusto, però dovendo scegliere tra un libro che ha un milione di potenziali lettori e un altro che in Italia può venir letto da 13 persone (se non erro è proprio la cifra indicata da Genna in merito ai lettori di Thomas Pynchon, anche se la stima potrebbe essere corretta al ribasso), non ho dubbi su quale scegliere. Potrebbe sembrare una forma di marcusismo letterario, e in parte lo è di sicuro. Però penso che sia - se non inutile nel caso degli autentici pacchi letterari - almeno evitabile leggere un libro il cui succo puoi apprendere per altre vie (stampa, forum, discussioni tra amici...). Dopotutto non ho la disponibilità economica che mi piacerebbe avere per togliermi tutte le curiosità, e anche il mio tempo è piuttosto scarsino. Così mi tocca fare selezione...

Un saluto,
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Proserpina
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MessaggioInviato: Dom 12 Dic, 2004 4:16 am    Oggetto: i tre punti   

Lucarelli è Lucarelli. (punto primo)

Leggere "Il lato sinistro del cuore" per capire cosa può avere in più il noir ai giorni nostri. (punto secondo - disposta anche a spiegare questo punto più dettagliatamente, se volete)

Il codice e tanti altri libri sono solo l'operazione commerciale di chi sa cosa dare in pasto ai cagnini affamati. Ovvero. Ci sono due tipi di lettori di noir: quelli che sanno cos'è il noir, e quelli che lo conoscono attraveso il Codice e simili. Fate voi cosa succede alla seconda categoria quando cercheranno altro da leggere... (punto terzo)
mauro smocovich
«Boss»
Messaggi: 347
MessaggioInviato: Dom 12 Dic, 2004 11:12 am    Oggetto: Re: i tre punti   

[quote="Proserpina"]Lucarelli è Lucarelli. (punto primo)

Porto la mia testimonianza: Lucarelli è proprio lui Wink

[quote="Proserpina"] Leggere "Il lato sinistro del cuore" per capire cosa può avere in più il noir ai giorni nostri. (punto secondo - disposta anche a spiegare questo punto più dettagliatamente, se volete)

A me sì, piacerebbe sentirla la tua spiegazione.
Mauro Smocovich curatore del sito www.thrillermagazine.it
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