C'era una volta il giallo


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ThrillerMagazine
«Questore»
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MessaggioInviato: Lun 21 Mar, 2005 8:41 am    Oggetto: C'era una volta il giallo   

C'era una volta il giallo

Leggi la recensione.
Mr Valis
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MessaggioInviato: Lun 21 Mar, 2005 8:41 am    Oggetto: Piccolo commento   

Stefano, mi permetto di esprimere un po' di dissenso sulla tua (bella) recensione circa il fatto che il giallo sia un genere bistrattato.
Non mi pare proprio. Smile
Forse una volta sì. Però basta leggere i supplementi letterari dei quotidiani per vedere che sono pieni di recensioni di gialli, polizieschi e affini. Penso che Lucarelli e Camilleri abbiano dato la spallata definitiva e che, insomma, guardiamoci attorno: non è che la situazione sia ancora quella del manipolo di appassionati arroccati in un castello assediato. Smile

Ciao
Lorenzo
Si può scrivere "sopra le righe" solo se sappiamo molto bene dove passano le righe. (Gianfranco Manfredi)
Mr Valis
«Agente scelto»
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Località: Bologna
MessaggioInviato: Mar 22 Mar, 2005 8:43 am    Oggetto: Re: Piccolo commento   

Rilancio ed aggiungo questo commento da www.cultnetworkitalia.com:

Citazione:

Sui generis
Libri in divenire

Uno dei fenomeni letterari dell'ultimo decennio è rappresentato certamente dall'esplosione della cosiddetta letteratura di genere, considerata in passato una mera espressione di istanze commerciali e di evasione da non confondere con la letteratura colta. Un rinascimento sia in termini di riconoscimento critico, sia di investimento dell'editoria che pubblica in quantità sempre maggiore libri che vanno dal giallo alla fantascienza, dal fumetto al fantasy, dall'horror al rosa. Ma fino a che punto queste riproposizioni si mantengono dentro i confini rigidamente codificati del genere di appartenenza?


Il mystery, il giallo, il noir sono sicuramente i generi che hanno maggiormente beneficiato di questo affrancamento dal ghetto, e tutti gli scrittori intervistati che si cimentano con questo genere sono d'accordo: la tenuta della narrativa poliziesca è dovuta alla sua natura di specchio della realtà sociale contemporanea, compito che la letteratura cosiddetta colta non è più in grado di svolgere. Donald Westlake, uno dei padri del giallo americano, sottolinea come "la maggior parte di quella che era considerata letteratura seria è diventata irrilevante, (...)", perché ha abbandonato il gusto della narrazione, della storia, privilegiando i sentimenti o gli orientamenti politici. Anche per lo scrittore greco Petros Markaris, autore della serie di polizieschi che hanno per protagonista il commissario Kostas Charitos, dopo la Seconda Guerra Mondiale il romanzo si è fatto più personale, intimista, incentrato sul personaggio, allontanandosi dal contesto sociale. E ancora, la giallista spagnola Alicia Giménez-Bartlett, che ha ottenuto un enorme successo con le indagini della sua eroina Petra Delicado, afferma che "la letteratura poliziesca riveste un'importanza enorme, perché sa raccontare la realtà".

La situazione è più difficile per altri generi, come ad esempio la fantascienza, sostiene Wu Ming 2: gli editori hanno ancora paura a investire in un genere che vende poco e fatica a diventare mainstream, come è avvenuto invece per il giallo. Ma c'è da aspettarsi un boom della fantascienza, aggiunge l'autore di Guerra agli umani, un genere che si presta più di altri a interpretare i tempi che viviamo.

Secondo il critico Andrea Cortellessa, se la preclusione che circondava la letteratura di genere fino agli anni Sessanta era un eccesso ideologico da contrastare, è altresì vero che i risultati migliori in questo campo non arrivano da una riproposizione stereotipata delle strutture del genere, bensì da un sovvertimento continuo della norma. Tra gli autori citati da Cortellessa, Philip K. Dick e James Ballard, che dentro le strutture fruste della fantascienza sono stati in grado di inserire contenuti fortemente ancorati alla realtà contemporanea, divenendo così dei veri e propri "classici" della letteratura; o ancora Thomas Pynchon, che ha giocato nella sua produzione narrativa con diversi generi, mescolandoli, demistificandoli, a volte parodiandoli.

Fa eco a Cortellessa lo scrittore messicano Paco Ignacio Taibo II, che afferma che la vera letteratura è quella che trasgredisce il genere, forzandone i confini, "perché i generi sono orribili quando sono puri". E Marco Vicentini, responsabile della casa editrice padovana Meridiano Zero, che ha costruito il suo catalogo pubblicando prevalentemente (ma non solo) romanzi noir, sostiene che è ormai divenuto impossibile distinguere la narrativa di genere dalla letteratura colta: il gusto del pubblico si è notevolmente affinato, ponendo le basi per la nascita di "libri che offrono degli stimoli una volta esclusivo appannaggio della letteratura impegnata e contemporaneamente l'evasione, la tensione e il divertimento che contraddistinguevano un tempo i libri da edicola".

Ma c'è che sostiene che, lungi dall'essere un fenomeno recente, l'ingresso dei generi nei ranghi della letteratura "alta" è antichissimo: Robert Jordan, autore della fortunata saga fantasy La ruota del tempo, afferma provocatoriamente che testi come l'epica mediorientale di Gilgamesh, o il Beowulf e Il sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare sono dei fantasy, aggiungendo che "anche la Commedia deve essere considerata un fantasy. Non credo che Dante pensasse davvero che si potesse intraprendere fisicamente il viaggio attraverso l’Inferno e il Purgatorio fino al Paradiso, non come essere vivente".
Si può scrivere "sopra le righe" solo se sappiamo molto bene dove passano le righe. (Gianfranco Manfredi)
Fabio Novel
«Sicario»
Messaggi: 53
MessaggioInviato: Ven 01 Apr, 2005 4:48 pm    Oggetto:   

Ho letto anch'io questo C'era una volta il Giallo: L'età d'oro del mistery, primo di una serie di raccolte saggistiche che verrano pubblicate da Alàcran, tra le quali una dedicata ai giallisti nostrani.

Non sono mai stato un patito del mistery, per una questione di affinità, di stimoli. Non di meno, è un genere che ammiro in modo oggettivo, e che ha saputo premiarmi come lettore regalandomi comunque delle belle soddisfazioni. Senza contare che il mistery, con le sue linee-guida, è una palestra rigorosa circa l'importanza della logica nella costruzione delle trame.

A me dunque il saggio è piaciuto.
Ho scoperto molte cose in più su autori anche a me noti (per fama, lettura o entrambe), come A. C. Doyle, Agatha Christie, Edgar Wallace, S. S. Van Dine, Gaston Leroux, G. K. Chersterton, ma ho conosciuto l'esistenza e l'essenza di scrittori di cui onestamente non aveva mai sentito parlare, come Margery Allingham, Freeman Willis Crofts, Anna Katharine Green, Dorothy L. Sayers...

Un libro consigliato perciò non solo a chi ama da sempre il mistery classico (e che con questo volume avrà il piacere di ritrovare i suoi autori preferiti e di confrontare le proprie opinioni con quelle di esperti in materia, e probabilmente di integrare il suo bagaglio di cognizioni in materie) ma anche, e forse soprattutto, a tutti gli altri lettori. In particolare, chi ama e conosce il giallo attuale, nella sua gamma di "colori" e sfumature, ma vorrebbe gustarsi qualche testo "classico". Per questo lettore, C'era una volta il Giallo diventa è un valido strumento di orientamento.
In ogni caso, rimane un'opportunità di accrescimento culturale, oltre che un prezioso, motivato e motivante invito alla riscoperta dei classici del genere.

Fabio
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