[99] SVEZIA Varg Gyllander


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MessaggioInviato: Mar 19 Nov, 2013 4:59 pm    Oggetto: [99] SVEZIA Varg Gyllander   

[99] SVEZIA Varg Gyllander

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Michele Cipriani
«Ospite»

MessaggioInviato: Mar 19 Nov, 2013 5:00 pm    Oggetto: Thriller senz'anima   

Buonasera sig. Carloni, il linea di massima concordo con il finale della sua recensione, che mi appare comunque, a mio modesto avviso, fin troppo benigna.
Ecco di seguito la mia, non so quanto da lei condivisa.
Cordiali saluti, Michele Cipriani.

Ho approcciato il libro con l'entusiasmo massimo dovuto alla sua recensione altisonante, per poi ritrovarmi colmo di delusione.
Ritmo lento, per non dire lentissimo, eccessivamente focalizzato sull'aspetto scientifico delle indagini, senza che sia dato il giusto risalto all'azione, sia poliziesca che da parte del killer.
Quest'ultimo viene difatti percepito come una figura quasi estranea del romanzo, senza che la sua incombenza venga avvertita anche nei momenti di "quiete" della storia, elemento a mio parere imprescindibile se si vuole creare la giusta suspense nel lettore. Anche il fatto che il killer cambi lo strumento di uccisione (da una più insolita e affascinante arma ad un'altra più usuale) contribuisce a far perdere all'antagonista la sua aura di infallibilità divina e maledetta.
Inoltre la trama non presenta il colpo di scena ad effetto, che i maestri del thriller riescono a creare fornendo nel corso della lettura degli indizi, seppur difficilmente registrabili, collegabili logicamente tra loro per l'identificazione del colpevole. Tanto che la sorpresa finale possa essere accompagnata dalla consapevolezza che con un ragionamento sopraffino si sarebbe potuto, almeno in linea teorica (molto teorica), arrivare alla soluzione. Qui il colpevole spunta invece dal nulla, poteva essere chiunque collegato col possessore della lista delle vittime (che ne so, per estremizzare: la colf appassionata di balistica, che ne entra in possesso facendo le pulizie, ed innamorata del datore decide di vendicarne l'umiliazione di vita da lui subita).
Può essere anche che il deficit stilistico sia da ricercare in carenze di traduzione, visto che già il titolo appare eccessivamente generico e poco evocativo, o che ancora, in ambito di dialogo tra sconosciuti, venga dato il "tu" al protagonista, che non è un adolescente, ma uno stimato professionista di mezza età che forse il "lei" lo meriterebbe.
L'unico aspetto positivo sta, almeno secondo la mia modesta opinione, nella descrizione minuziosa dei luoghi e delle metodologie di analisi scientifica; si percepisce per queste ultime che l'autore è un conoscitore del settore.
Insomma posso riassumere definendo "Il cadavere" emozionante e coinvolgente quanto un foglietto di istruzioni dell'Ikea, minuzioso e dettagliato ma privo di anima.
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